Mindfulness

"... Ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini
 deriva da un'unica cosa,

     che è di non saper stare quieti, in una stanza."
     Blaise Pascal, Pensieri
     (E' stato un filosofo, matematico e fisico francese)


"E' concepibile una modalità di conoscenza che sia oltre il pensiero? La prospettiva della mindfulness ci indica la possibilità di una conoscenza che si manifesta quando l'attività discorsiva ininterrotta della mente si placa creando spazio perché emerga, spontaneamente, una consapevolezza silente, una presenza al di là delle parole, dei concetti, del pensare, dell'intendere, del significare.
Questa modalità di comprensione non concettuale, di semplice presenza mentale, attenzione cosciente a ciò che appare nella mente, apre la possibilità alla disidentificazione dai 'contenuti' mentali, un atto di profonda potenzialità liberatoria e quindi terapeutica."
(Fabio Giommi, psicoterapeuta, introduzione "Mindfulness. Al di là del pensiero, attraverso il pensiero"
di Segal, Williams, Teasdale)

Il termine Mindfulness è la traduzione inglese della parola "sati" che in lingua pali, significa essenzialmente consapevolezza: attenzione sollecita al momento presente, al qui ed ora.
Queste qualità dell'essere possono venire coltivate attraverso la meditazione.
Pertanto, il concetto di Mindfulness deriva dagli insegnamenti del Buddismo (meditazione Vipassana), dello Zen, e dalle pratiche di meditazione Yoga, ma solo dagli anni 70 negli Stati Uniti per opera di un medico del Massachusetts, Kabat-Zinn, questo modello è stato assimilato ed utilizzato come paradigma autonomo in alcune discipline mediche e psicoterapeutiche italiane, europee e d'oltre oceano.
Mindfulness è quindi una modalità di prestare attenzione, momento per momento, nell'hic et nunc, in modo intenzionale e non giudicante, al fine di risolvere (o prevenire) la sofferenza interiore e raggiungere un'accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza, che comprende: sensazioni, percezioni, emozioni, impulsi, pensieri, parole, azioni e relazioni.

E' una pratica per aumentare i livelli di consapevolezza, piena e radicata, nel qui e ora.

Migliorare questa modalità di prestare attenzione permette di cogliere, con maggiore prontezza, il sorgere di pensieri negativi che contribuiscono al malessere emotivo.
La padronanza dei propri contenuti mentali e degli stili abituali di pensiero (capacità di automonitoraggio e meta-cognizione) permette maggiori possibilità di esplorazione, espressione e cambiamento di tali contenuti.
Una gran quantità di pensieri negativi deriva dalla critica che il soggetto fa a se stesso per il fatto di sentirsi ansioso, depresso o a disagio.
Questo meccanismo di autoaccusa e auto-biasimo genera una spirale che dà origine al ruminìo depressivo. La persona si pone così in una condizione di nemica di se stessa, anziché di alleata di se stessa.

E' un potente strumento per lo sviluppo delle proprie risorse e della propria capacità creativa e trasformativa: un modo nuovo di affrontare lo stress e momenti di profonda sofferenza.

L'allenamento della consapevolezza permette di affinare l'attenzione verso quei meccanismi interni che deteriorano l'umore. Utile per la prevenzione delle recidive depressive.

E' un valido strumento di sostegno per le persone con disagi alimentari.

Particolare attenzione viene data ai momenti dedicati alla respirazione: consapevole, fluida e profonda.