
Benvenuto nel mio spazio virtuale, aprendo le diverse "tendine", potrai conoscere l'attività professionale che svolgo.
Se, durante la lettura, sentirai nascere in te il desiderio di uno spazio di ascolto accogliente, non esitare a contattarmi.
"Conosci te stesso" era l'esortazione iscritta nel tempio di Apollo, a Delfi.
La consapevolezza è un passo, fondamentale, nella direzione di quell'antico "suggerimento" e di qualsivoglia sviluppo personale.
E' l'esperienza di un fenomeno intimo: la condizione in cui si prende contatto con le proprie risorse, la propria finitezza, i propri desideri, le emozioni, la saggezza sepolta e tutta la propria umanità.
E' la capacità di sintonizzarsi, qui e ora, sul proprio essere in modo integrale: corpo-mente-cuore-energia.
"Sintonizzarsi", come?
Il filosofo Heidegger suggeriva, all'uomo, di ascoltare il proprio essere come un "pastore" e non come un "padrone", di averne cura per nascere "ad ogni passo", qui e ora, nel mondo. Un progetto nel mondo.
La "cura", di socratica memoria, è presenza, ascolto, accoglienza, coraggio e responsabilità, nella preziosità dell'incontro "io-tu", con se stessi e con gli altri.
"... Non solo io sono, non solo vivo,
ma sono consapevole del mio essere e del mio vivere.
E tutto in un unico atto."
Edith Stein
(E' stata una filosofa, scrittrice, insegnante, mistica)
Sviluppare la consapevolezza, insieme ai propri talenti, consente di tendere verso l'appagamento del bisogno di autorealizzazione, adagiato sul fondo dell'essere.
L'autorealizzazione è divenire ciò che ogni persona può essere: con lo sviluppo e l'espressione delle proprie potenzialità ed attraverso le "risposte" agli eventi esterni che, volente o nolente, si presentano.
Victor Frankl, filosofo e psichiatra austriaco, sosteneva che quando l'individuo non si sente realizzato, "significativo" nel mondo, cerca compensazione o in gratificazioni artificiali (droghe, alcol, ..), o in comportamenti distruttivi ed autodistruttivi.
Gli individui che si sentono realizzati nella loro natura sono tranquilli, fiduciosi verso il nuovo e gentili, disinteressati alla "chiacchiera" heideggeriana ed al grossolano giudizio, amano informarsi e comprendere prima di parlare, sono interessati alla conoscenza, propongono il dialogo, il dubbio e l'idea.
L'autorealizzazione è divenire ciò che ogni persona può essere: con lo sviluppo e l'espressione delle proprie potenzialità ed attraverso le "risposte" agli eventi esterni che, volente o nolente, si presentano.
Victor Frankl, filosofo e psichiatra austriaco, sosteneva che quando l'individuo non si sente realizzato, "significativo" nel mondo, cerca compensazione o in gratificazioni artificiali (droghe, alcol, ..), o in comportamenti distruttivi ed autodistruttivi.
Gli individui che si sentono realizzati nella loro natura sono tranquilli, fiduciosi verso il nuovo e gentili, disinteressati alla "chiacchiera" heideggeriana ed al grossolano giudizio, amano informarsi e comprendere prima di parlare, sono interessati alla conoscenza, propongono il dialogo, il dubbio e l'idea.
Così li descriveva Maslow:
"Riescono ad accettare la propria natura umana in modo stoico, con tutte le sue carenze e le sue discrepanze rispetto all'immaginario ideale, senza esserne preoccupate ... Non ci si lamenta dell'acqua perché è bagnata, o delle rocce perché sono dure ... Così come un bambino guarda al mondo con occhi innocenti, senza critiche o pretese, notando e osservando semplicemente ciò che accade, senza nemmeno contestare o richiedere che una cosa venga cambiata, allo stesso modo la persona realizzata tende ad osservare la natura umana in se stessa e negli altri."
Ben-essere, essere nel bene ed essere un bene, diviene allora uno stato di tranquillità interna che coinvolge più aspetti della persona.
La Commissione Salute dell’Osservatorio Europeo ha definito il benessere: “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”.
Allora, se benessere non è più considerato "assenza di patologie", provare un malessere fisico, un disagio, un senso di irrequietezza o vivere un evento inaspettato che scuote, divengono informazioni preziose sia per una ricerca di senso, sia per la possibile nascita di una nuova, propria, forma.
E' come se il nucleo più intimo dell'essere veicolasse, attraverso il corpo ed attraverso il mondo, un messaggio, una richiesta di ascolto, una spinta verso una qualche direzione o trasformazione.
In questi momenti, rispondendo alla chiamata, abbracciando la ferita ed utilizzando la cura come collante, l'arte di creare se stessi può fiorire da un'avversità.
Come insegna l'arte del kintsugi.
L'arte del kintsugi è un'antica pratica giapponese che, letteralmente, significa "riparare con l'oro".
Consiste nell'utilizzo di oro liquido, o argento, per riparare oggetti in ceramica: i diversi frammenti vengono saldati tra loro, con l'uso del metallo prezioso come collante.
La bellezza è duplice. Da una parte vi è la "rinascita", nella forma, dell'oggetto rotto e dall'altra si aggiungono due nuove qualità: diviene prezioso, per via dell'oro, ed esteticamente originale, per via della causalità con cui l'oggetto può rompersi.
Infatti, ogni crepa riempita d'oro incontrerà un'altra crepa riempita, fino a diventare un intreccio di fili d'oro unico ed irripetibile.
Lo scopo della pratica è di non nascondere l'imperfezione e, con lei, la storia dell'oggetto ma di enfatizzarla, di rendere le "cicatrici" preziose, creando una nuova, originale, forma.
"Riescono ad accettare la propria natura umana in modo stoico, con tutte le sue carenze e le sue discrepanze rispetto all'immaginario ideale, senza esserne preoccupate ... Non ci si lamenta dell'acqua perché è bagnata, o delle rocce perché sono dure ... Così come un bambino guarda al mondo con occhi innocenti, senza critiche o pretese, notando e osservando semplicemente ciò che accade, senza nemmeno contestare o richiedere che una cosa venga cambiata, allo stesso modo la persona realizzata tende ad osservare la natura umana in se stessa e negli altri."
Ben-essere, essere nel bene ed essere un bene, diviene allora uno stato di tranquillità interna che coinvolge più aspetti della persona.
La Commissione Salute dell’Osservatorio Europeo ha definito il benessere: “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”.
Allora, se benessere non è più considerato "assenza di patologie", provare un malessere fisico, un disagio, un senso di irrequietezza o vivere un evento inaspettato che scuote, divengono informazioni preziose sia per una ricerca di senso, sia per la possibile nascita di una nuova, propria, forma.
E' come se il nucleo più intimo dell'essere veicolasse, attraverso il corpo ed attraverso il mondo, un messaggio, una richiesta di ascolto, una spinta verso una qualche direzione o trasformazione.
In questi momenti, rispondendo alla chiamata, abbracciando la ferita ed utilizzando la cura come collante, l'arte di creare se stessi può fiorire da un'avversità.
Come insegna l'arte del kintsugi.
L'arte del kintsugi è un'antica pratica giapponese che, letteralmente, significa "riparare con l'oro".
Consiste nell'utilizzo di oro liquido, o argento, per riparare oggetti in ceramica: i diversi frammenti vengono saldati tra loro, con l'uso del metallo prezioso come collante.
La bellezza è duplice. Da una parte vi è la "rinascita", nella forma, dell'oggetto rotto e dall'altra si aggiungono due nuove qualità: diviene prezioso, per via dell'oro, ed esteticamente originale, per via della causalità con cui l'oggetto può rompersi.
Infatti, ogni crepa riempita d'oro incontrerà un'altra crepa riempita, fino a diventare un intreccio di fili d'oro unico ed irripetibile.
Lo scopo della pratica è di non nascondere l'imperfezione e, con lei, la storia dell'oggetto ma di enfatizzarla, di rendere le "cicatrici" preziose, creando una nuova, originale, forma.
Psicologa e Psicoterapeuta psicocorporea
riceve a Roma zona Trastevere-Testaccio
Per informazioni o per prendere un appuntamento
telefonare al numero 3381516082
oppure, scrivere a: serenavacchio@virgilio.it
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